La Giunta esecutiva della Fnsi chiede al Governo di introdurre un percorso senza barriere di censo

Giornalisti: l’accesso non sia un privilegio per pochi

ROMA – La Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa considera di estrema importanza l’opportunità che si giunga finalmente a una radicale riforma della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. Chiede al Governo di introdurre senza barriere di censo la via di accesso alla professione attraverso un percorso privilegiato universitario di secondo livello e comunque di formazione obbligatoria, prevedendo gli opportuni sostegni che consentano a tutti, e non solo ai più abbienti, di abilitarsi alla professione attraverso un esame di Stato.
Ricorda che il praticantato giornalistico, nella sua principale declinazione attuale, ha una garanzia regolata dal contratto nazionale di lavoro della categoria in tutti i suoi aspetti economici, normativi e formativi nel rispetto della legge. Criteri di altrettanta garanzia e tutela dovranno essere previsti dalla nuova normativa.
La Giunta ritiene che la separazione dell’attività disciplinare, affidata ad appositi collegi, prevista dalla recente normativa, possa avere un impulso positivo sul controllo deontologico sulla professione, di vitale importanza a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati correttamente. I principi deontologici non dovranno essere decisi da poteri esterni all’autonomia professionale.
La riforma dell’Ordine dovrà certamente prevedere una adeguata disciplina transitoria tra l’attuale suddivisione in elenchi e i futuri criteri di iscrizione e permanenza nell’Albo, che non potranno prescindere dal rispetto dei principi dell’adeguata retribuzione e della correttezza delle posizioni contributive. Questa deve anche essere l’occasione per una reale revisione degli elenchi, così da escluderne coloro che non svolgono alcuna attività giornalistica retribuita.

Un commento:

  1. Mimmo Falco (Giunta Esecutiva Fnsi)

    ROMA – Il documento della Giunta esecutiva della Fnsi si inserisce nel complesso ed articolato confronto sulla necessità di riformare l’Ordine dei Giornalisti. Necessità che appare ormai improcrastinabile, tenendo conto delle ipotesi di lavoro sulle quali si sta impegnando il Governo Monti.
    L’equilibrio della nota diramata dalla Fnsi è segno della volontà di non distruggere il passato, anzi di rimarcare le specificità e di dare il giusto valore a chi nella categoria, sia come professionista che come pubblicista, ha onorato la professione.
    Il sottolineare, nella nota, di non volere creare barriere di “censo” favorendo la formazione anche attraverso i percorsi universitari, è la dimostrazione di come il sindacato nella sua massima articolazione si ponga il problema dei precari, dei giornalisti privi di contratto e di quanti, invece del percorso universitario, scelgono di voler iniziare la professione nelle redazioni.
    Per quanto concerne, poi, le recenti disposizioni legislative che vorrebbero spogliare gli organismi della categoria dal controllo deontologico della stessa, tale percorso deve essere respinto con forza e con determinazione.
    Se si affidasse ad un organismo esterno tale funzione, si correrebbe il serio pericolo di una sorta di supervisione sulle attività del libero pensiero. Inoltre, sull’esistenza dei due elenchi professionisti e pubblicisti, essi rappresentano un punto fermo per ogni ipotesi di riforma, poiché la professione non può essere appannaggio solo di una piccola enclave che non avrebbe futuro.

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