Nell’audizione alla Camera il sottosegretario afferma: “Nessuna sanzione ai giornalisti che pubblicano intercettazioni”

Malinconico: “Editoria in crisi, ma solo il 10% è assistita”

Carlo Malinconico

ROMA – La restrizione delle risorse dovuta alla crisi economica prevede che “vengano rivisti i criteri di erogazione dei fondi per l’editoria”. Lo afferma Carlo Malinconico, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, nella sua audizione alla Camera in commissione Cultura.
“La situazione è difficile – dice Malinconico – ma si può governare” anche perché, aggiunge, “dobbiamo evitare che l’editoria sia percepita come un settore assistito dallo Stato. Non è giusto – sottolinea – perché gran parte dell’editoria non riceve contributi dallo Stato. Solo il 10% di quello che va in edicola riceve contributi”.
Malinconico ripercorre di fatto il ragionamento del suo predecessore Paolo Bonaiuti, confermando che i contributi diretti per il 2012 sarebbero di 138 milioni di euro. Il decreto manovra del governo, assicura, “non ha modificato la disponibilità finanziaria, non ha previsto tagli, riduzioni, modifiche future” ma su questi 138 milioni, rileva Malinconico, “gravano una serie di oneri” tra cui il “debito con le Poste pari a circa 50 milioni. A questi vanno aggiunti altri 22 milioni per la Rai e circa 4 per Radio radicale”. Conteggiando altri oneri “alla fine” rimangono “53,5 milioni di euro di contributi diretti per l’editoria”, chiarisce Malinconico.
Il sottosegretario aggiunge che per il 2014 “non è previsto che cessi il fondo, che cessi la contribuzione. Si è deciso, invece, che cessi questo sistema di erogazione del fondo per renderlo più proficuo per i giornali”.
Malinconico precisa che il cosiddetto “decreto salva Italia” varato dall’esecutivo “non ha portato altre riduzioni” per il settore anche se, fatti alcuni calcoli, dei 138 milioni di euro di fondi per “editoria resta molto meno della metà, ovvero il 30% di quella che era la precedente erogazione.
Il decreto del governo, spiega il sottosegretario, prevede che “da subito ci sia un regolamento per l’erogazione delle risorse, è essenziale per il pluralismo e anche per far fronte alle esigenze che si sono intanto determinate”.
Malinconico ha espresso la necessità di “partire da subito” e quanto ai criteri “mi muoverò immediatamente alla loro ricerca nel solco dell’invito del presidente Napolitano a garantire forme di pluralismo e nel contempo individuare strumenti che possano moralizzare, razionalizzare, bonificare, che è il termine usato dal capo dello Stato, il settore portandolo a criteri più virtuosi”.
Sull’editoria, rileva il sottosegretario, “c’è volontà di operare in continuità con l’attività svolta dal sottosegretario Bonaiuti sui tavoli di lavoro avviati”, assicurando l’impegno di un dialogo continuo con le commissioni di Camera e Senato: “Il tema dell’editoria è estremamente delicato e ha bisogno di particolare riflessione”.
Quanto alle convenzioni di Palazzo Chigi con le agenzie di stampa per la fornitura di “servizi alla pubblica amministrazione”, il sottosegretario ha detto che “dovranno essere verificate con il reale «fabbisogno». “Le agenzie di stampa – sostiene Malinconico – sulla base di una convenzione, forniscono servizi che tengono conto del fabbisogno della Pubblica Amministrazione. Ora, però, dovrà essere fatta “una verifica del corretto fabbisogno delle amministrazioni”.
Infine, una dichiarazione “a titolo personale”: “Nessuna sanzione ai giornalisti che pubblicano intercettazioni”, ha chiesto Carlo Malinconico. “Ritengo – ha spiegato il sottosegretario – che i principi costituzionali del diritto europeo, in particolare quelli sostenuti dal Consiglio d’Europa vadano salvaguardati e che quindi non possano esserci sanzioni nei confronti dei giornalisti” in tema di intercettazioni”.
Il sottosegretario ha, però, chiarito che questa è una sua “opinione personale. Non voglio – ha precisato – anticipare la posizione del governo”. (Asca)

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