Gli imprenditori della sanità, prima di vendere “Il Riformista”, hanno svalutato l’asset per 20,3 milioni

L’editoria costa cara agli Angelucci

Antonio Angelucci

MILANO – L’avventura de “Il Riformista” è costata parecchio agli Angelucci. Gli imprenditori della sanità (28 strutture per 3 mila posti letto con il gruppo San Raffaele di Roma), scrive MF, prima di vendere per 4,5 milioni il quotidiano al tandem Emanuele Macaluso-Gianni Cervetti, hanno svalutato l’asset per 20,3 milioni.
Un write-off che ha pesato sui conti 2010 della Finanziaria Tosinvest, la holding che gestisce i business non sanitari, come dimostra il risultato operativo, negativo per 23,5 milioni.
Ed è stato solo grazie alla rinuncia del credito di 19 milioni da parte dell’azionista di riferimento, la lussemburghese Th, che il bilancio si è chiuso con un utile di 2,3 milioni.
“La controllante ha ritenuto necessario intervenire a sostegno del comparto editoriale per fronteggiare le difficoltà che lo stesso sta incontrando, rinunciando parzialmente al credito vantato”, si legge nella relazione di bilancio di Finanziaria Tosinvest, presieduta da Ernesto Monti.
Come detto, il 6 aprile scorso il patron Antonio Angelucci, onorevole in quota Pdl, ha deciso di passare la mano sul Riformista dopo essere entrato nel capitale della Gazzetta del Mezzogiorno.
La holding, infatti, a inizio febbraio, ha rilevato il 51% di Barieditrice, società che a sua volta detiene il 30% della Edisud, proprietaria del quotidiano pugliese. (MF-DJ)

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