Così la delegazione della Federazione della Stampa nell’audizione di oggi alla Commissione Cultura

Fnsi: “La legge tuteli i freelance”

Franco Siddi

ROMA – La proposta di legge Moffa e altri, per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico, è un’occasione importante perché sia riconosciuta la piena dignità, morale e materiale, del lavoro, qualunque sia la tipologia del rapporto tra giornalista ed editore, soprattutto per la giusta considerazione del lavoro autonomo, oggi sempre più condizione di disagio e di ingiustizie.
Un’intesa equilibrata, per l’equo compenso del lavoro giornalistico prestato in forma autonoma, appare alla portata e, con lievi integrazioni condivise in sede parlamentare, il progetto di legge potrebbe avere anche l’iter della trattazione in sede legislativa. Questa è l’opinione espressa oggi pomeriggio dalla delegazione della Fnsi (il Segretario, Franco Siddi, il Presidente, Roberto Natale, il Direttore, Giancarlo Tartaglia), durante e dopo l’audizione sul “pdl Moffa” alla Commissione Cultura della Camera, che ha chiuso il ciclo degli incontri con le rappresentanze sociali e istituzionali.
L’impianto della proposta di legge – ha osservato il Segretario Fnsi, Siddi, nella relazione presentata alla Commissione – va nella direzione giusta, perché riconosce l’applicabilità dell’art. 36 della Costituzione anche agli “autonomi”, in ossequio al principio che a ogni prestazione deve corrispondere un trattamento proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, in armonia con i trattamenti previsti dal contratto nazionale dei giornalisti. Perciò è importante che la legge, fissato il principio, stabilisca anche i binari entro i quali le parti sociali debbano definire i giusti compensi per le collaborazioni giornalistiche o, in difetto, fissare criteri inderogabili di carattere qualitativo e quantitativo. Questa è la condizione perché sia definitivamente superata l’idea coltivata, sin qui da quasi tutti gli editori italiani e anche dalla Fieg, che per il compenso del lavoro autonomo la trattativa debba essere esclusivamente tra le persone e le aziende.
Su questo versante il punto di vista della Fnsi è chiaro da anni e pertanto non trova alcun fondamento l’affermazione – che non risponde a verità – fatta dalla Fieg davanti alla Commissione che le parti sociali insieme avrebbero deciso di ritenere estranea alla contrattazione la materia del lavoro autonomo.
Per il Sindacato dei Giornalisti è giunto il tempo di considerare che il lavoro giornalistico autonomo ha una particolare specificità che richiede corrette, puntuali e urgenti misure legislative sia per garantire le condizioni indispensabili di libertà e autonomia anche del singolo giornalista che lavora come free lance, non per scelta ma per l’assenza di altre soluzioni; sia perassicurare dignitose retribuzioni a chiunque sia chiamato a lavorare per i media, come giornalista, superando condizioni oggi di diffuso disagio e di marginalizzazione. Nel corso dell’ultimo negoziato contrattuale, peraltro, la stessa Fieg, ha riconosciuto l’esigenza di compiere un lavoro comune di verifica e valutazione dell’impatto del lavoro autonomo e della sua diffusione, che non può escludere affatto la possibilità di determinare minimi di compenso equo.
La legge dovrà prevedere, se gli editori si sottrarranno a questo dovere, l’obbligatorietà di rispettare i minimi dell’equo compenso, per impedire la pratica dei trattamenti economici assolutamente indecorosi.
Il Segretario Siddi nella relazione ha, inoltre, chiarito che le parti sociali devono avere perciò una funzione riconosciuta dalla legge e ha sollecitato che venga anche fissato l’obbligo della regolarità retributiva, la cui quota per il lavoro autonomo deve essere corrisposta dalle imprese nelle scadenze previste.
A questo proposito è stata, infine, osservata l’esigenza che ulteriori iniziative legislative siano assunte, anche per esempio recuperando il pdl Lo Presti (Fli) per elevare la quota contributiva a carico del committente che nel caso del free lance non titolare di rapporto di collaborazione continuativa (co.co.co.) è di appena il 2%, assolutamente insufficiente ad assicurare prestazioni previdenziali degne di questo nome.
La delegazione ha, comunque, consegnato alla Commissione un dossier di analisi e proposte per tutte le problematiche del precariato nel mondo del lavoro giornalistico. Nei prossimi giorni la Giunta della Fnsi farà un’ulteriore valutazione sul complesso di iniziative per la lotta al lavoro precario e per l’equo compenso e metterà a punto una serie di iniziative specifiche da realizzare, con la Commissione Lavoro Autonomo, subito dopo la pausa estiva.
Un appuntamento sindacale di eccezionale portata è già stato programmato dal 7 al 9 di ottobre a Fiesole nel centro studi della Cisl. Per tre giorni la Fnsi, con tutta la sua Commissione Lavoro Autonomo, sarà protagonista di un seminario internazionale con tutti i sindacati dei giornalisti d’ Europa con la promozione e il sostegno della Confederazione europea dei sindacati (Ces), di cui fanno parte Cgil, Cisl e Uil e a cui la Federazione Europea dei Giornalisti aderisce.

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