Alle 23.30 a "La Storia siamo noi" (Raidue) la misteriosa scomparsa del cronista

Mauro De Mauro: son passati 40 anni

Mauro De Mauro

“La Storia siamo noi” presenta oggi, alle 23.30 su Rai2, “Sparire a Palermo. Il caso De Mauro” di Cristina Fratelloni. 16 settembre 1970, Palermo: il giornalista Mauro De Mauro, sparisce. “Un affare di Stato”: dietro la scomparsa del  cronista di punta del quotidiano L’Ora di Palermo, c’è un intrigo e un mistero. Ma non si tratta del solito caso di “lupara bianca”, come tanti nella storia della Mafia.
A quarant’anni dalla scomparsa, “La Storia siamo noi” di Giovanni Minoli ricostruisce un giallo che si snoda per quattro decenni, e che tocca alcuni dei più inquietanti misteri d’Italia. Un mistero che vede protagonista Mauro De Mauro: 49 anni, giornalista notissimo a Palermo, dove, con il suo giornale, è da sempre in prima linea contro la mafia.
Mauro De Mauro, nato a Foggia il 6 settembre 1921, è stato probabilmente assassinato dalla mafia in seguito alle sue inchieste sulla morte del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, una trama che si è intrecciata con tanti altri affaire italiani, come il golpe Borghese.
Misteriosa la sua scomparsa, altrettanto la sua vita. De Mauro, dopo aver militato nella X Mas del principe Junio Valerio Borghese, dopo l’8 settembre 1943, aderisce alla Repubblica di Salò. Nel 1943-44, nella Roma occupata dai nazifascisti, è vice questore di Pubblica Sicurezza sotto il questore Caruso, informatore del capitano delle SS, Erich Priebke, e del colonnello Herbert Kappler e fa parte della famigerata Banda Koch, un reparto speciale del Ministero degli Interni della Repubblica Sociale Italiana. Alla fine della guerra è sul fronte di Trieste, di nuovo con Borghese, come corrispondente di guerra della Decima, con il grado di sottotenente.
Trasferitosi a Palermo dopo la seconda guerra mondiale, ha lavorato nei giornali Il Tempo di Sicilia, Il Mattino di Sicilia e L’Ora, rivelandosi un ottimo cronista. Nel 1962 si è occupato dell’incidente, o meglio dell’attentato, che ha causato la morte del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, e nel settembre del 1970 si stava nuovamente occupando del caso, su incarico del regista Francesco Rosi per il film “Il caso Mattei”, uscito nel 1972.
Il giornalista è stato rapito la sera del 16 settembre del 1970, mentre rientrava nella sua abitazione di Palermo, ma il suo corpo non è stato mai ritrovato.
Le indagini sulla sua sparizione furono seguite sia dai carabinieri, secondo i quali sarebbe stato eliminato dalla mafia in seguito a indagini giornalistiche sul traffico di droga, sia dalla polizia, che ritenne piuttosto che la sua sparizione fosse collegata alle sue ricerche sul caso Mattei (l’aereo caduto era decollato da Catania), anche in seguito, il giorno stesso del suo rapimento, alla sparizione dal cassetto del suo ufficio di alcune pagine di appunti e di un nastro registrato con l’ultimo discorso tenuto da Mattei a Gagliano Castelferrato.
La conferma della sua uccisione è stata data negli anni successivi da alcuni pentiti di mafia (Tommaso Buscetta, Nino Calderone, Francesco Di Carlo).
Secondo le dichiarazioni del pentito Francesco Di Carlo, De Mauro fu ucciso perché venne a conoscenza del fatto che il principe Junio Valerio Borghese stava pianificando un colpo di stato, il cosiddetto Golpe Borghese.
Più volte si è tentato di trovare il luogo dove si presumeva fosse stato nascosto il suo corpo, ma nessuna di queste ricerche ha dato esito positivo. Era fratello del linguista Tullio De Mauro, che è stato anche ministro della pubblica istruzione.
Nell’aprile del 2006 è iniziato il processo per la sua morte, che vede, per ora, come unico imputato Totò Riina.
Il 20 settembre 2007 a Conflenti, in Calabria, è stata riesumata una salma – la cui sepoltura risale al 1971 – che si pensava potesse essere appunto quella di De Mauro. Ma nel marzo 2008 l’esame del Dna ha smentito l’ipotesi. Secondo le affermazioni del pentito Francesco Marino Mannoia, il corpo di De Mauro sarebbe stato sciolto nell’acido.

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